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Re: [www-it-traduzioni] Revisione nuova traduzione "Who does that server
From: |
Marco Solieri |
Subject: |
Re: [www-it-traduzioni] Revisione nuova traduzione "Who does that server really serve?" |
Date: |
Tue, 02 Sep 2014 12:57:26 +0200 |
User-agent: |
KMail/4.13.3 (Linux/3.14-2-amd64; KDE/4.14.0; x86_64; ; ) |
On Monday September 1 2014 18:28:05 Andrea Pescetti wrote:
> Il 10/08/2014 Marco Solieri ha scritto:
> > il mio tempo libero è drammaticamente scarseggiato di recente e sono
> > riuscito a terminare solo ora la traduzione di "Who does that server
> > really serve?". Trovate in calce il testo da rivedere.
>
> Grazie, anche questa e' stata revisionata ed e' online (e non
> preoccuparti per la scarsita' di tempo, e' cosi' per tutti).
> http://www.gnu.org/philosophy/who-does-that-server-really-serve.it.html
Grazie a te per le revisioni, il caricamento e tutto il resto che fai per il
gruppo dei traduttori.
> Qui sotto qualche commento.
>
> - Il file PO aveva qualche problema; le righe che contengono il tuo
> nome, ad esempio, lo avevano all'inizio della stringa; e la trasmissione
> via e-mail ha anche causato problemi con le righe lunghe; l'entita' HTML
> ” ha richiesto qualche correzione perche' a volte era indicata
> coem &rdquo senza ";" e altre come "“" (tutte cose di poco conto,
> ma GNUN non pubblica il file fino a quando tutti questi errori non sono
> sistemati);
Non avevo in effetti controllato di aver introdotto eventuali errori di questo
genere. Accetta le mie scuse.
> altra cosa: i file PO non hanno il concetto di whitespace,
> quindi in un file PO
> "uno"
> "due"
> produce "unodue" e se vuoi "uno due" devi scrivere
> "uno "
> "due"
> (gli editor specializzati lo fanno da soli, anche Emacs in PO mode forse).
Il mio Lokalize invece (stranamente) non gestisce la cosa, che io sappia.
Controllerò. Grazie, intanto.
> - Ho usato la locuzione "Servizio sostitutivo del software" perche' gia'
> la usiamo in altri contesti. Tuttavia, "surrogato" (che e' quello che
> hai usato tu) mi piace, quindi possiamo eventualmente uniformarci su
> "surrogato" e modificare le altre pagine di conseguenza.
Sono molto d'accordo. Volendo posso dare un mano.
> - Usiamo sempre (e da sempre) "software proprietario", non "software
> privato" che non esprime bene il concetto.
Conosco molto bene questa abitudine. Mi sono però reso conto mesi fa che il
calco che usiamo è inadeguato. I vocabolari italiani non includono infatti
"proprietario" nel significato di "che è di proprietà esclusiva di qualcuno",
che sarebbe il significato di "proprietary", ma solo in quello di "padrone".
Ho cercato quindi il supporto di un linguista e discutendo con lui, abbiamo
appunto individuato l'alternativa "privato", che dal punto di vista semantico
mi sembra rendere invece molto meglio l'idea, nella suo significato di
contrapposizione a "pubblico". Un software privato è infatti come una strada
privata: ha un padrone che decide chi la usa, quando e come può essere usata;
decide dove conduce e come, quali buche appianare e quali materiali usare.
Capisco che è da vent'anni che scriviamo e leggiamo "proprietario" per
"proprietary", ma visto che nell'italiano standard non è ancora entrato e che
forse siamo ancora in tempo per una virata, e visto pure che GNU è la voce
ufficiale in merito, forse vale la pena considerare delle alternative migliori
(non necessariamente la mia proposta). Se qualcuno oltre a me ha voglia di
parlarne insieme, possiamo aprire un altro filo di discorso.
> - Non metterei, per non appesantire inutilmente il testo, le NdT che
> spiegano chi e' Obama e chi e' Bush.
Forse è pedanteria, in effetti.
Saluti.
--
Marco Solieri
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